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Le sfide che l’economia globale pone, ci costringono ad avere una visione completa dei fenomeni che vogliamo governare. Economia circolare, innovazione, intelligenza artificiale e robotica, promozione e brandizzazione, qualità e originalità di prodotti e servizi, tutela e valorizzazione del territorio, sono fattori determinanti per il successo di un settore. Agricoltura, impresa, servizi e turismo costituiscono ormai settori interconnessi. Le Istituzioni devono procedere con politiche sinergiche tra i vari livelli (europeo, nazionale, interregionale, regionale e comunale) concertate con le associazioni di categoria ed i sindacati. Proseguire nell’erogazione di fondi economici senza l’individuazione di una chiara strategia globale, condannerà il sistema marchigiano alla progressiva marginalizzazione ed ininfluenza, come riscontrato soprattutto negli ultimi anni, con il ritardo accumulato nel recupero dei livelli produttivi ed occupazionali pre-crisi 2008, concretizzatosi viceversa nelle regioni e nazioni più lungimiranti.

I temi individuati nel seguito e le rispettive analisi/proposte sono in parte condivise da tempo sia dai vari livelli istituzionali che dalle categorie professionali, ma l’esperienza amministrativa di questi anni ci ha dimostrato che sono rimaste troppo spesso “sulla carta”, senza che le azioni (e le risorse economiche) siano riuscite ad incidere positivamente sulle situazioni di difficoltà riscontrate. La pianificazione e progettazione ai vari livelli istituzionali risulta spesso condivisibile, ma la carenza di cultura imprenditoriale evoluta, riscontrabile diffusamente nel settore pubblico e a volte anche in quello privato, ha portato sistematicamente a non comprendere, o comunque sottovalutare, l’importanza e il livello di complessità di interventi territoriali di armonizzazione e evoluzione culturale, imprenditoriale, tecnologica, destinando troppo spesso i fondi in base alle spinte ricevute dalle diverse lobby. Abbondano quindi azioni singole, asfittiche, non coordinate, non prolungate né pianificate nel tempo, poco comunicate, di scarso livello professionale.

Risulta perciò fondamentale ridefinire, oltre ai contenuti, i sistemi (organismi) di governance territoriale, i po­teri ed assegnare risorse adeguate ai compiti; è fondamentale alzare decisamente il livello professionale della programmazione e relativa progettazione, sviluppando una visione, condivisa, di lungo termine.

ISTITUZIONI - BILANCIO - CULTURA - ISTRUZIONE

1- LEGALITA’ – SPENDING REVIEW – TRASPARENZA – DEMOCRAZIA DIRETTA

  • Controllo sull’applicazione della Legge sulla trasparenza in Regione e nelle Partecipate.
  • Massima applicazione Accesso civico.
  • Attività di Controllo e Prevenzione infiltrazioni mafiose con potenziamento ruolo anticorruzione regionale e l’istituzione di un coordinamento regionale dei responsabili anticorruzione.
  • Preferenza criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa rispetto a quello del massimo ribasso nei contratti di appalto.
  • Promozione capillare e rafforzamento della cultura della legalità e della trasparenza.
  • Utilizzo e sviluppo degli strumenti di partecipazione: referendum senza quorum – proposte d’atto di cittadini, Referendum propositivo.
  • Istituzione e promozione del Bilancio Partecipativo e del bilancio sociale.
  • Realizzazione di una piattaforma online sulla falsariga di Openparlamento che consenta di monitorare, aggregare e analizzare le espressioni di voto e l’attività dei consiglieri
  • Vigilanza sull’applicazione e sul recepimento della legge sul contrasto al gioco d’azzardo da parte degli enti locali.
  • Adesione all’associazione Avviso Pubblico e alla Carta di Avviso Pubblico. (www.avvisopubblico.it)
  • Controllo della congruità degli Obiettivi di Budget della Pubblica Amministrazione.
  • Taglio consulenze esterne e rivalutazione delle competenze interne.

2- GOVERNANCE ORGANISMI DI GESTIONE

  • Introduzione di un organo consultivo per il controllo di legittimità degli atti degli Enti Locali.
  • Favorire la realizzazione di Gestori Unici per i servizi pubblici essenziali come Acque e Rifiuti attraverso la costituzione di Aziende Speciali Consortili (Art. 2615 ter Codice Civile), unica forma societaria che garantisce la piena tutela dei beni pubblici.
  • Divieto di ricoprire incarichi di vertice in più società partecipate o comunque divieto di ricoprire incarichi in altre società partecipate per oltre due mandati (5+5)
  • Sistema di informazione puntuale da parte della Regione di bandi e notifica obbligatoria diretta ai Comuni e ai possibili destinatari
  • Fusione paritetica dei Comuni almeno sotto ai 5.000 abitanti e con il consenso, informato ed espresso con referendum, di tutti gli enti interessati. La frammentazione del territorio in piccoli Comuni comporta da un lato notevoli difficoltà gestionali per la scarsità delle risorse economiche disponibili e di personale dedicabile a specifiche attività, e dall’altro comporta una sorta di irrilevanza politica nei confronti di altri Comuni ben più popolosi anche in rapporto agli altri enti pubblici ed istituzioni. Intendiamo favorire la fusione di Comuni limitrofi, se la popolazione di ciascun Comune si esprime favorevolmente a maggioranza; in tal senso verrà modificata la Legge Regionale.
  • No alle Unioni di Comuni, Sì alle Gestioni Associate Intercomunali.

3- FINANZE E TRIBUTI (EX AGEVOLAZIONI FISCALI)

  • Risorse del Bilancio Regionale distribuite sulla base di criteri oggettivi come estensione e popolazione.
  • Esenzione Irap per i primi tre anni delle nuove attività.
  • Riduzione aliquote addizionali Irpef Regionale per fasce di reddito con aliquote progressive. L’obiettivo è di rimodulare le aliquote per garantire una maggiore equità, aiutare le famiglie a basso reddito.
  • Potenziamento misure e semplificazione procedure per accedere a microcredito e prestito d’onore.
  • Abolizione dell’obbligo di passare attraverso la garanzia del Consorzio Fidi anche per i finanziamenti in cui c’è la garanzia dello Stato.

4- SCUOLE – CULTURA – FORMAZIONE E DIRITTO ALLO STUDIO

  • Area tematica: GIOVANI, SCUOLA, UNIVERSITA’, ISTRUZIONE
  • Promuovere il senso di civiltà e fiducia nello stato di diritto attraverso progetti regionali, che mirino a sensibilizzare i discenti verso una cultura dell’inclusione. Le sfide contro cui dobbiamo confrontarci sono il populismo, la xenofobia, il nazionalismo divisivo, la discriminazione, il diffondersi di notizie false e disinformazione, la radicalizzazione e l’estremismo violento che ne consegue. Rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena funzione dei processi educativi da parte dei minori.
  • Promuovere l’introduzione dell’insegnamento della materia di “Psicologia dell’Età Evolutiva” della durata di un anno, in tutti i tipi di scuole secondarie superiori, inclusi gli Istituti Tecnico-professionali
  • Abbattere la dispersione giovanile e l’abbandono scolastico: utilizzare docenti specializzati per istituire lezioni di recupero a piccoli gruppi e creare dei curricula personalizzati per gli alunni a rischio.
  • Supportare le famiglie nell’inclusione degli alunni disabili, DSA, BES snellendo le procedure tra Scuola e ASUR potenziamo le apposite figure sanitarie nelle sedi pubbliche.
  • Combattere l’isolamento giovanile trasformando le scuole in comunità vive con punti d’aggregazione pomeridiana sia per l’aiuto compiti che per attività culturali e motorie sostenute economicamente dalla Regione.
  • Mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici con riqualificazione anche energetica e salvaguardare gli edifici che si trovano nei centri storici per tutelare il patrimonio culturale e il tessuto sociale dei borghi.
  • Le tasse universitarie degli Atenei marchigiani che possano rispettare i parametri ISEE validi per tutte le categorie lavorative senza esoneri ulteriori che non siano giustificati per reddito o merito per equità sociale.
  • Contrasto all’analfabetismo funzionale e riqualificazione professionale.
  • Facilitare la transizione nel mondo del lavoro.
  • Potenziamento della Didattica Telematica.
  • Bonus cultura regionale per giovani ed incremento fondi da destinare al trasporto scolastico.
  • Destinare fondi alla promozione della cultura studiando dei progetti specifici di settore per la musica, la danza, il teatro e l’opera.
  • Cultura e creatività anche attraverso la riconversione architettonica urbana di edifici dismessi con forte potenziale estetico per accogliere idee artistiche e d’impresa.
  • Diffondere la cultura dell’inclusione, della interculturalità e della educazione civica nelle scuole della regione Marche (costituzione, cittadinanza, solidarietà, attenzione per l’ambiente, prevenzione bullismo e cyberbullismo, lotta alla discriminazione).
  • Incentivazione della raccolta fondi (fundraising) culturale, turistico e sportivo.

5- SPORT

  • Mappare e favorire la riqualificazione degli impianti sportivi.
  • Promuovere l’importanza dello sport per la crescita psico-fisica del bambino nelle scuole e per la salute dell’adulto.
  • Stanziare fondi economici per garantire almeno un’attività sportiva gratuita o convenzionata con società sportive a bambini e adolescenti e l’uso di mezzi pubblici per gli spostamenti.
  • Coordinare le molteplici normative presenti sul territorio regionale volte a sostenere economicamente l’accesso allo sport per i soggetti fragili.
  • Dotazione di telecamere di sicurezza negli impianti sportivi e maggiore attenzione alle dotazioni di primo soccorso, formazione sempre maggiore di personale alle manovre salva vita.
  • Previsione di uno studio finalizzato a mappare tutte le infrastrutture sportive esistenti sul territorio della Regione Marche a qualsiasi livello (privato, pubblico, associazioni, parrocchie, comunità locali ecc.), definendo il grado di sicurezza e conservazione attuale delle stesse, la reale utilizzabilità da parte delle comunità locali, con la redazione di un programma di intervento per le infrastrutture esistenti più fatiscenti e per lo sviluppo di nuove infrastrutture sportive, con il sostegno e finanziamento del Credito Sportivo Italiano in eventuale supporto con sponsor italiani ed esteri.
SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE – TUTELA E PIANIFICAZIONE TERRITORIO

1- LAVORO

  • Potenziamento apprendistato di alta formazione e ricerca.
  • Potenziamento e valorizzazione Centri per l’impiego.
  • Snellimento burocratico e sviluppo dell’imprenditorialità: la Regione dovrà agire come personal trainer per le start up innovative, così da raccogliere, sviluppare e promuovere le idee imprenditoriali più innovative e sostenibili es. green jobs e green economy.
  • Promozione della responsabilità sociale d’impresa e di metodi di identificazione dell’impronta ecologica; introduzione dell’obbligo di ripristino dei luoghi una volta cessata l’attività.
  • Difesa della capacità produttiva, dei posti di lavoro e del sistema economico marchigiano, con l’utilizzo dei fondi europei, attraverso lo sviluppo programmato di una filiera alternativa e complementare ai distretti in crisi.
  • Sostegno al lavoro, ai lavoratori ed alle piccole e medie imprese in crisi rinforzando – di concerto con le organizzazioni sindacali – l’adozione nelle aziende dei contratti di solidarietà.
  • Formazione professionale: riforma degli standard formativi professionali volta ad incentivare maggiore occupazione.
  • ricollocare la fascia debole over 50 con un contratto di “restituzione delle competenze” o “staffetta generazionale”
  • Potenziamento delle competenze professionali, colmando il gap tra domanda e offerta di lavoro.
  • Difesa della capacità produttiva, dei posti di lavoro e del sistema economico marchigiano, con l’utilizzo dei fondi europei, attraverso lo sviluppo programmato di una filiera alternativa e complementare ai distretti in crisi.
  • Nuovi investimenti in newCo start-up con creazione di nuovi posti di lavoro, finanziati attraverso un’emissione di un’obbligazione (“Bond”) per ogni progetto approvato dalla Regione.

 

Per il settore della formazione bisognerà puntare su una riorganizzazione integrale, una formazione mirata e di qualità, che guardi non solo alla realtà odierna ma che investa sui settori del futuro ed in raccordo con la pianificazione economica nazionale. Bisogna infatti adeguare il lavoro ai cambiamenti tecnologici e di offerta, attraverso processi di formazione continua e addestramento dei lavoratori.

Interloquire con i livelli nazionali per favorire una linea comune nell’approccio allo sviluppo sostenibile della robotica, dell’intelligenza artificiale e della sicurezza informatica, nonché promuovere attività di formazione, ricerca e sviluppo di tali tecnologie, tenendo conto della rilevanza etica e dell’impatto che tali tecnologie avranno sulla società e sul mondo del lavoro.

Promuovere, di concerto con quanto già disposto a livello comunitario, le tematiche relative a uno status giuridico specifico per i robot, con particolare riferimento ai profili etici e di responsabilità civile, nonché in ambito fiscale.

Promuovere lo Smart Working, salvaguardando le relazioni intra familiari e sviluppando una cornice di contrattazione collettiva che definisca diritti e doveri del lavoratore.

 

2- IMPRESA

  • La Manifattura del futuro: Bello, ben fatto e locale:

 

  • Puntare su qualità, originalità e prodotti innovativi, consentendo, per quanto possibile, la loro realizzazione all’interno di un sistema che possegga la necessaria governance del ciclo completo dello stesso, con pieno controllo produttivo e commerciale. Tali azioni vanno necessariamente coordinate con la Camera di Commercio, le associazioni di categoria e i sindacati.
  • Incentivi alle imprese, innovazione e impresa 4.0: La Regione si è dotata di una ambiziosa legge sull’Impresa 4.0 la cui applicazione va sollecitata e finanziata con decisione.
  • Attività che favoriscano lo sviluppo di startup
  • Spazi di coworking a disposizione in collaborazione con i Comuni
  • Accordi con l’Ordine Nazionale Dottori Commercialisti per servizi a prezzo standard ad inizio vita dell’impresa (esperienza Klagenfurt)
  • Creazione serie d’eventi di formazione e networking
  • Programmi in tandem con le Università
  • Stimolare, in modo condiviso con le associazioni di categoria e i sindacati, l’evoluzione del sistema delle imprese dal “distretto” verso la “filiera”, per renderlo più flessibile e completo, superando i limiti territoriali, minimizzando la concorrenza interna, governando le strategie di prodotto e mercato
  • Supporto e rilancio aree di crisi
  • Sostenere l’internazionalizzazione delle imprese marchigiane, sfruttando la fusione delle camere di commercio in una unica avvalendosi delle azioni poste in essere nel nuovo Patto dell’Export proposto dal Governo, mediante la costituzione di una “cabina di regia regionale” a cui partecipino le diverse associazioni di categoria, coordinandosi a livello istituzionale con le regioni limitrofe (Emilia Romagna e Toscana in primis), per raggiungere sinergie e dimensioni necessarie alla penetrazione dei mercati esteri soprattutto extra-europei.
  • Sviluppare l’Economia Circolare. La Regione creerà, di concerto con le altre istituzioni nazionali ed internazionali, un sistema di incentivi/disincentivi per la riconversione dei sistemi produttivi (al fine di abbandonare il concetto di obsolescenza programmata) e per favorire comportamenti eco-sostenibili da parte dei cittadini, in particolare negli ambiti della gestione dei rifiuti e della mobilità, incentivando le imprese a modificare il proprio sistema di produzione, potenziando l’istruzione e la formazione a tutti i livelli.
  • Made in Marche. Creazione di una “vetrina” on line regionale e del marchio del “Made in Marche” per il sostegno all’export e ai consumi interni a “km 0”. Tutte le migliori attività professionali, imprenditoriali, commerciali, turistiche, artigianali dovranno avere massima visibilità. Introduzione del marchio per le zone collinari interne. Il test sul “Prodotto di Montagna” ha mostrato un incremento fino al +18% fatturato sull’ agroalimentare.
  • “Green & Blue Economy”: incentivi e sostegno alle Aziende che applicano le buone pratiche ambientali utilizzando le più aggiornate tecnologie.

 

 

3- COMMERCIO

  • Dagli outlet e grandi centri commerciali, ai centri commerciali naturali. I centri storici, soprattutto dell’entroterra, devono tornare ad essere dei centri commerciali naturali (come tempo fa ipotizzato e sostenuto anche con fondi statali e regionali), ove alla gestione delle multinazionali si affianchi quella di piccole dimensioni, che promuova la vendita dei prodotti tipici e a km0.

 

  • Promozione prodotti tipici e a km/0, di qualità sicuramente superiore dal punto di vista della sostenibilità della produzione e della distribuzione, in accordo con le associazioni di categoria, attraverso la maggiore diffusione dei mercati locali e la diffusione di Gruppi di Acquisto, anche attraverso l’eventuale uso di un portale regionale dedicato.
  • Rilancio artigianato artistico potenziandone la produzione e promozione, anche collegando gli studenti i delle scuole ad indirizzo artistico con le realtà già presenti sul territorio.
  • Rilancio, sostegno ed incentivi al piccolo commercio.
  • Creare centri commerciali naturali nei centri storici, ove promuovere la vendita di prodotti tipici e a km0.
  • Introduzione del marchio per le zone collinari interne. Il test sul “Prodotto di Montagna” ha mostrato un incremento fino al +18% fatturato sull’agroalimentare.
  • Centri commerciali: stabilire norme per limitare la costruzione di medie e grandi strutture di vendita vicino i centri storici (5/10 km)
  • Prevedere una tassa per i centri commerciali da destinare ad interventi a favore del piccolo commercio

 

4- FONDI EUROPEI

Nuova pianificazione dei Fondi Europei

  • Piano Sviluppo Rurale – PSR: dalla “rendita” alla “resa”: la nuova programmazione deve essere mirata ad un numero di misure molto inferiore all’attuale, individuando specifici settori di intervento su cui agire, indirizzati verso le realtà agricole realmente in grado di assicurare investimenti; va operata una decisa sburocratizzazione, rendendo i bandi più flessibili ed aderenti alle reali esigenze delle imprese agricole. Occorre imporre un maggior coordinamento con l’ente pagatore AGEA al fine di velocizzare i pagamenti, in difetto si sarà costretti a valutare se aderire ad un ente pagatore già esistente presso altre regioni.
  • Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – FESR: da interventi a “pioggia” ad interventi “mirati”: indirizzare i fondi disponibili con maggiore decisione verso l’innovazione imposta dall’evoluzione produttiva della cosiddetta Impresa 4.0, che va necessariamente connessa allo sviluppo dell’economia circolare, finanziando progetti realmente innovativi nei settori trainanti, che possano avere le maggiori ricadute sull’indotto.
  • Fondo Sociale Europeo – FSE: formazione efficace per un lavoro 4.0 Per quanto attiene la prossima programmazione, il sostegno formativo va indirizzato al potenziamento delle azioni di improvement e riconversione del personale che stenterà a tenere il passo della rivoluzione 4.0., collegando necessariamente la propria azione ai fabbisogni che i Centri per l’Impiego esprimeranno nella loro opera di sostegno al mondo del lavoro.
  • Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca – FEAMP: fondi destinati realmente ai pescatori: nella prossima programmazione occorre eseguire una preventiva opera di raccolta e analisi delle esigenze dei pescatori, svolgendo contestualmente un’azione di sensibilizzazione, al fine di meglio indirizzare i contenuti dei bandi proposti. Il settore dell’acquacoltura va potenziato con decisione, sia a mare che in tutti i principali fiumi marchigiani, soprattutto nelle aree dell’entroterra ove la qualità delle acque è decisamente migliore rispetto ai tratti più a valle.
  • Apertura di sportelli pubblici per l’accesso ai fondi europei diretti. Creazione di sportelli regionali, provinciali a cui imprese, privati ed enti minori possano rivolgersi per ottenere consulenze.
  • Creazione di una cabina di regia per ottimizzazione fondi europei in sinergia con Eurodeputati per accedere ai finanziamenti e promuovere progetti Europei, anche attraverso l’istituzione di un ufficio che segua direttamente nuovi (o vecchi) progetti di finanziamento da depositare (o già depositati) presso la BEI (Banca Europea degli Investimenti) o presso la FEI (Fondo Europeo degli Investimenti). Monitoraggio dei fascicoli con fornitura di un servizio di informazione circa la lista della documentazione necessaria per depositare la richiesta di nuovi finanziamenti.

 

5- AGRICOLTURA – SVILUPPO RURALE E ATTIVITA’ PRODUTTIVE

Valorizzare e promuovere i prodotti del territorio incentivando la produzione biologica, poiché le Marche presentano una delle più alte percentuali di superficie agricola coltivata con metodi biologici in Italia.

  • Sostenere i prodotti biologici autoctoni sensibilizzando consumatori ed associazioni di categoria e rafforzare i controlli al fine di evitare truffe a danno dei consumatori
  • vietare l’uso dei glifosati e diserbanti chimici con diffusione di antiparassitari naturali ed incentivare la diversificazione delle produzioni tipiche del nostro territorio per la creazione di filiere complete a km 0 (selezione seme, coltivazione, trasformazione, vendita)
  • utilizzo dei terreni incolti attraverso l’applicazione della legge regionale sulla “banca della terra” per affidarli a soggetti che hanno presentato progetti con finalità biologiche, ecologiche e sociali
  • snellimento delle normative inerenti i fondi europei per le piccole e medie imprese che fungono da “manutentori” della Regione attraverso pratiche eco-sostenibili
  • creazione della filiera della canapa per la costruzione post-sisma (mattoni, pannelli per l’efficientamento energetico), per la produzione di farmaci e tessuti. La Ragione dovrebbe investire nella formazione, trasformazione e lavorazione sensibilizzando i fruitori dei prodotti per creare sbocchi di mercato.
  • Erogare contributi per progetti di agricoltura biologica, in collaborazione con le università nei terreni degli enti pubblici.
  • Incentivo alla sperimentazione di metodi applicativi innovativi di agricoltura biologica e di quelli già sperimentati in altri Paesi

 

Promozione/Incentivo e sostegno della filiera corta.

  • Gestione eco-compatibile degli ungulati (soprattutto cinghiale) potenziando funzioni e attrezzature delle GEV

 

Valorizzazione delle Filiere, dei Prodotti Tipici e del km 0/utile.

  • Recupero e difesa delle aree marginali e contrasto allo spopolamento delle aree interne
  • Contrasto al dissesto idrogeologico mediante corrette pratiche agricole
  • Fondo a sostegno produzioni agricole colpite da calamità naturali.
  • Divieto uso glifosate e diserbanti chimici anche in pieno campo e studio per definire gli unici antiparassitari non dannosi per la salute umana ed animale, da utilizzare sul territorio Regionale, promuovendo nel contempo la partecipazione della Regione Marche a manifestazioni internazionali di studio e confronto per portare nostro esempio applicativo del progetto
  • “O(zero) glifosato per tutti”:
  • Salvaguardia delle api.
  • Contributi per ristrutturazione e messa in funzione dei mercati delle erbe.
  • Snellimento delle normative inerenti ai fondi europei per le piccole e medie imprese
  • Bonifiche terreni, acque superficiali e di scarico con sistemi “innovativi” e poco costosi.
  • Possibilità di produzione di energia da biomassa con scarti residuali di produzione, a fini di autoconsumo e marginale integrazione del reddito per aziende agricole [Escludere la possibilità di aziende che producono biomassa prioritariamente o addirittura esclusivamente per fare energia ed ottenere incentivi] Controllo emissione CO2 e verificare azienda per azienda, se in credito o deficit di CO2.

 

Mitigazione del rischio idrogeologico mediante pratiche agricole eco-sostenibili. Contrasto allo spopolamento delle aree interne: È necessario avviare un processo di riequilibrio tra costa ed entroterra agendo con incentivi, al fine di potenziare i servizi e migliorare la viabilità.

Istituire un fondo regionale a sostegno delle produzioni agricole colpite da calamità naturali.

Favorire la diversificazione delle produzioni, incentivando quelle tipiche e riscoprendo quelle antiche, sostenendo con decisione la creazione di filiere complete, anche locali, che consentano la selezione del seme, la coltivazione, la trasformazione, la realizzazione di prodotti brandizzati e la vendita sia a scala locale che nazionale ed eventualmente internazionale.

Caratterizzare l’agricoltura regionale mediante la realizzazione di filiere complete, prodotti tipici e km0.

Coordinare in progetti sinergici i fondi del PSR, delle categorie economiche e degli imprenditori interessati nello sviluppo di una economia di tipo circolare, anche per l’ottenimento dei finanziamenti BEI (Banca Europea degli Investimenti).

 

6- PIANO FAUNISTICO VENATORIO – PESCA – APICOLTURA – ALLEVAMENTO

Caccia e fauna selvatica

  • Blocco della caccia in deroga alle specie appartenenti alla fauna selvatica, divieto di caccia delle specie SPEC (specie in declino), divieto di caccia nei valichi appenninici interessati dalle rotte migratorie.
  • Ampliamento del divieto di caccia dalle strade, dalle abitazioni, dai luoghi di lavoro e dalle strutture turistico- ricettive e dagli agriturismi.

 

Finanziamento e potenziamento dei CRAS provinciali e del CRAS regionale. Aumento della superficie regionale protetta vietata alla caccia, delle aree Rete Natura 2000 e delle Oasi di protezione Regionale.

Apicoltura

  • Maggiore sensibilizzazione degli agricoltori per limitare l’utilizzo dei prodotti chimici durante le pratiche agricole, evitando di danneggiare l’opera di raccolta delle api.
  • Maggiore sostegno e coinvolgimento agli apicoltori non professionisti al fine di favorire l’espansione dell’intero settore.
  • Gli enti locali dovrebbero promuovere interventi di sensibilizzazione soprattutto nei comuni in cui il settore si presenta in difficoltà.
  • Valorizzare i prodotti derivanti dalle attività dell’apicoltura, incentivando la diversificazione e la brandizzazione.
  • Favorire la biodiversità vegetazionale, che costituisce un utile supporto al settore dell’apicoltura attraverso il finanziamento di progetti ad hoc, prevedendo particolari incentivi alla coltivazione di piante mellifere (tipo la Facelia) su superfici agricole e non agricole, suoli pubblici e privati, compresi quelli marginali e non utilizzati, comprese tare e incolti.
  • Monitorare produzione annua del miele. Obbligo di inserire in etichetta % di zucchero aggiunto (nel caso venisse aggiunto). Creazione del marchio “Miele Marchigiano”.

 

Allevamento

Favorire un allevamento residenziale che si pone alla base delle produzioni locali di nicchia, tenendo in vita cultura e tradizione, aspetti peculiari del Made in Italy, recuperando i metodi di allevamento tradizionale.

Garantire un alto livello del benessere umano e animale, valorizzando il territorio ed il lavoro degli operatori del settore, attraverso l’innovazione tecnologica e la gestione dei pascoli, sfruttando modelli a basso consumo energetico e a basso impatto ambientale.

 

Acquaponica

Favorire lo sviluppo dell’idroponica e dell’acquaponica, con le quali produrre ortaggi e allevare pesci in modo maggiormente sostenibile, rispetto alle tecniche tradizionali, anche su dimensioni limitate all’autoconsumo.

 

Pesca

  • Incremento delle isole blu (aree marine) con una pesca controllata e sostenibile come già avviene in diverse aree marine. Un’azione che favorirebbe la ripopolazione degli stock, un controllo diretto da parte degli operatori autorizzati sull’intera zona, ed un pescato facilmente tracciabile che potrebbe raggiungere volumi certi e un controllo diretto sui nostri mari.
  • Un piano di gestione delle aree blue definite sul territorio.
  • Tracciabilità e controllo sui volumi pescati, con l’obiettivo di limitare il fenomeno del riciclaggio del pesce, indirizzando con più precisione l’uso delle etichette nel commercio, evidenziando l’origine di provenienza del prodotto, la modalità di allevamento e la tipologia di cattura.
  • Favorire l’acquacoltura con lo snellimento delle procedure di classificazione, al fine di soddisfare i bisogni nazionali, alla luce dell’attuale situazione del mercato ittico italiano, che presenta un alto volume nei consumi.
  • Conversione delle attività di pesca che utilizzano strumenti meno selettivi.
  • Regolamentazione dello sforzo di pesca e sensibilizzazione dei consumatori: alcune risorse sono utilizzate ad un ritmo non sostenibile, un esempio in tal senso è il cosiddetto “riccio di mare”, che per diventare maturo impiega cinque anni, mentre la pesca forsennata in questo momento non consente l’adeguata riproduzione dello stock risultando non sostenibile dal punto di vista ecologico, pertanto, oltre all’introduzione di strumenti di tutela è necessario favorire un incremento di consapevolezza ed un cambio di mentalità da parte dei consumatori.
  • Multifunzionalità dell’attività ittica
  • Enogastronomia e ospitalità turistica a bordo
  • Attuazione della legge “Salva Mare” e incentivi per la raccolta della plastica in mare
  • Incentivi per l’utilizzo di materiale biodegradabile per lo stoccaggio del pescato
AMBIENTE - TERRITORIO – TURISMO

1- AMBIENTE

Tutela del territorio tramite la valutazione del cumulo degli impatti tramite la valutazione del fattore di pressione ambientale. Avviare ogni iniziativa atta ad agevolare la riconversione di API in accordo con il Governo.

 

Aria

  • Potenziamento dei dipartimenti provinciali, sia come personale sia come attrezzature;
  • Potenziamento della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria, aumentando le stazioni di misurazione fissa
  • Potenziare il sistema modellistico previsionale
  • L’accessibilità totale ed immediata alle informazioni ambientali,
  • Mappatura delle sorgenti emissive, tramite un portale dedicato
  • Politiche aggressive di miglioramento della qualità dell’aria
  • Introduzione e disciplina della VIS (Valutazione di Impatto Sanitario) per tutti gli impianti inquinanti di nuova realizzazione, allargata anche a quelli che richiedono il rinnovo.

Acqua

  • Analisi e censimento della idrogeologia delle Marche
  • Tutela corpi idrici, degli invasi e degli attingimenti
  • Rendere pubblica la gestione delle acque. Agiremo in contrasto al mai cessato tentativo di privatizzazione dell’acqua, in sfregio alla volontà del popolo italiano nei Referendum del 2011 che ha indicato che il SII (Servizio Idrico Integrato) deve tornare pubblico e che l’acqua è un diritto e non una merce su cui lucrare.
  • Favorire la creazione di un’azienda speciale consortile di diritto pubblico senza scopo di lucro, per ciascuno ATO, a cui affidare il servizio idrico integrato, poiché riteniamo che l’In-house providing sia la forma più congrua a garantire una vera ripubblicizzazione del SII e scongiurare così il lucro sull’acqua.
  • No all’istituzione di un ATO UNICO regionale
  • Maggiori investimenti per l’ammodernamento delle reti
  • Adeguamento reti provinciali di depurazione
  • Equa ripartizione dei costi di distribuzione e manutenzione su tutti i comuni che usufruiscono del servizio
  • Lotta allo spreco e risparmio idrico
  • Rifiuti zero con politiche di riduzione del rifiuto a monte, applicazione della tariffa puntuale, introduzione di sistemi premianti e/o agevolazioni tariffe comunali per le pratiche di riuso, vendita merci sfuse o con imballaggi biodegradabili. Incentivazione aziende che attuano processi di riprogrammazione industriale al fine di eliminare e limitare la produzione beni e prodotti non riciclabili.
  • Adozione di moderne modalità di irrigazione delle aree agricole (risparmio idrico, lotta all’abusivismo).
  • Mitigazione del rischio idrogeologico (stabilità versanti, casse di espansione, consumo di suolo zero).
  • Rinaturalizzazione delle aste dei corsi d’acqua (deflusso minimo vitale, utilizzo ricreativo).
  • Programmazione regionale delle cave (Piano Cave) sulla base dell’effettivo bisogno, per limitare nuove coltivazioni e promuovere il riciclaggio delle materie prime e derivate (es: utilizzo di macerie per comporre nuovi materiali da costruzione).
  • Censimento dell’amianto. Indicare una figura di riferimento all’interno dei comuni per le segnalazioni di tetti o strutture contenenti eternit.
  • Potenziare il sistema dei parchi regionali, delle oasi e delle riserve prevedendo l’istituzione di nuove aree per portare la regione a raggiungere e superare l’obiettivo di avere il 20% del territorio sotto tutela.
  • Previsione e pianificazione degli obiettivi operativi e strategici concernenti il programma di raccolta, smaltimento e trattamento rifiuti dei vari ambiti territoriali regionali.
  • Analisi sull’utilizzo del compostaggio domestico e di prossimità.
  • Miglioramento del piano regionale rifiuti
  • Incentivare la creazione di aree di compostaggio aerobico di prossimità, ove possibile, al fine di sensibilizzare la popolazione locale a seguire un percorso virtuoso.
  • Priorità e massimizzazione del recupero di materia rispetto a qualsiasi forma di recupero energetico
  • Minimizzazione dei costi di trasporto e diffusione del trattamento nei territori di produzione nel rispetto del principio di Prossimità
  • Una giusta, seria e virtuosa politica sui rifiuti deve innanzi tutto mettere al primo posto la riduzione della produzione tout court, cioè sia della parte indifferenziata, che è la priorità, ma anche di quella differenziata. Motivo per cui il Piano Regionale dei Rifiuti subirà una decisa virata verso questa direzione, coinvolgendo tutti i livelli di governance, a cominciare dagli ambiti territoriali. La prima ad essere coinvolta per avviare questa nuova sfida culturale sarà la Pubblica Amministrazione, attraverso una serie di azioni concrete da attuare in tempi relativamente brevi. Successivamente saranno coinvolte le famiglie e le attività produttive e commerciali
  • Autonomia decisionale degli ambiti e dei comuni, con possibilità di gestione associata
  • Gestione pubblica di tutto il ciclo integrato dalla raccolta agli impianti del trattamento e recupero dei rifiuti
  • Introduzione ed utilizzo criteri di tariffazione puntuale, ovvero basati sul criterio “chi produce meno rifiuti paga di meno”.
  • impianti di selezione, trattamento, riciclo e valorizzazione della frazione secca dei rifiuti, o residuo, con l’obiettivo di ottenere il riciclo totale dei rifiuti ed il recupero totale della materia prima secondaria.
  • Approvazione immediata dei 5 piani provinciali d’ambito, seguendo le modifiche che verranno apportate al Piano Regionale dei Rifiuti
  • Politiche per le discariche: Previsione e pianificazione chiare ed armoniche degli obiettivi operativi e strategici concernenti il programma di raccolta, smaltimento e trattamento rifiuti dei vari ambiti territoriali regionali, con indicazione del tipo e della quantità di rifiuti prodotti per ambito ed indicazione del fabbisogno eventuale di impianti, con esclusione di inceneritori, biodigestori di grandi dimensioni, nonché ridurre la cattiva prassi della movimentazione interprovinciale ed interregionale dei rifiuti. Riduzione utilizzo e stop a riempimento accelerato
  • Politiche per l’incremento della raccolta differenziata. Obiettivo 85% nel 2022 attraverso il porta a porta spinto, in alternativa o integrazione l’utilizzo di sistemi di prossimità informatizzati in funzione delle peculiarità territoriali. Introduzione della tariffa puntuale

2- PAESAGGIO – TERRITORIO – URBANISTICA

  • Nuova Legge sul governo del territorio ispirata alla rigenerazione urbana
  • Recupero e riqualificazione piccoli borghi.
  • Ridurre l’utilizzo di consumo di suolo anche attraverso la rigenerazione urbana
  • Sottrazione del Demanio Marittimo agli usi impropri;
  • Tutela del patrimonio arboreo esistente (pubblico e privato) e incremento della riforestazione delle zone montane e marginali non destinate ad agricoltura.
  • Incentivazione al rinverdimento delle aree urbane (Tetti verdi, boschi urbani, viali, giardini e parchi). Applicazione massima della legge che prevede il censimento degli alberi e sanzioni per il taglio indiscriminato.
  • Aggiornare il Piano Paesaggistico Ambiente Regionale, le cui Norme Tecniche di Attuazione risalgono al 2009, secondo moderni criteri di gestione del territorio. Senza un PPAR aggiornato il Piano di Sviluppo
  • Rurale è sicuramente incompleto.

3- SUOLO E DISSESTO IDROGEOLOGICO

  • Riconversione, bonifica e valorizzazione urbanistica delle aree industriali/commerciali dismesse presenti nel tessuto urbano. Blocco totale dell’urbanizzazione e della realizzazione di qualsiasi infrastruttura privata nelle aree marine di costa libere e non ancora edificate, per un raggio di 500 metri dalla battigia
  • Difesa e consolidamento dei versanti instabili e verifica e contenimento dei fenomeni di subsidenza
  • Incentivazione del recupero e delle ristrutturazioni. Aggiornamento del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) e della zonizzazione sismica; riperimetrazione delle aree e rivalutazione delle classi di rischio.

4- SVILUPPO DELLE AREE INTERNE

  • Ricostituzione del tessuto sociale in ambito rurale: il problema deve essere affrontato a livello strategico con un Piano nazionale che coordini anche le azioni delle regioni interessate, affinché si valorizzino le ricchezze naturalistiche, storico-artistiche e culturali di questi territori come felicemente è avvenuto per molte aree e valli alpine. Il tessuto rurale, con suoi prodotti prevalentemente artigianali, potrebbe essere rivitalizzato mediante la costituzione di cooperative di comunità in cui i soci siano sia fornitori e che consumatori di servizi. Queste aree hanno una spiccata vocazione agricola, artigianale e turistica.
  • Potenziamento della Strategia Aree Interne: occorre potenziare la strategia a livello nazionale, dedicando maggiori risorse economiche ed inserendo il lavoro tra i settori di intervento, ad esempio con sperimentazioni di nuovi modelli produttivi e di fornitura di servizi (es. tele-lavoro); occorre che i comuni coinvolti, coordinati dalla regione, redigano piani strategici migliori sui quali operare azioni congiunte di sensibilizzazione e sostegno alla realizzazione.
  • Ripristino di infrastrutture materiali/immateriali e di servizi: il mantenimento delle infrastrutture materiali esistenti ed il potenziamento di quelle immateriali, congiuntamente all’assicurazione dei servizi necessari alla popolazione residente sono fattori fondamentali per il rilancio delle aree interne; la regione, di concerto con i Comuni ed il sostegno statale deve assicurarne la sussistenza.
  • Tutela/gestione del territorio ed attivazione dei Servizi Ecosistemici: occorre mettere in sicurezza i territori interni con la mitigazione preventiva del rischio idrogeologico, manutenendo i corsi d’acqua e valorizzando i servizi ecosistemici che tali azioni producono sull’intera collettività, anche costiera: la corretta gestione territoriale, sulla quale occorre investire, fornisce a tutti i cittadini migliore qualità delle acque potabili, previene fenomeni di inondazione, tutela la biodiversità; le comunità che generano servizi ecosistemici potrebbero essere correttamente remunerate per il valore creato, considerando che un beneficio diffuso, finanziato con cifre modeste da tutti, acquista un peso specifico determinante sulle comunità ristrette che lo hanno generato.
  • Ricostituzione del tessuto sociale in ambito rurale, valorizzando le ricchezze naturalistiche, storico-artistiche e culturali di questi territori come felicemente è avvenuto per molte aree e valli alpine

5- COSTA

  • Difesa ambientale delle coste e contrasto erosione
  • Barriere artificiali a protezione delle coste di tipo alternativo con la sperimentazione delle Barriere Soffolte Permeabili
  • NO scogliere tradizionali laddove non previste dal Piano di Gestione delle Zone Costiere

6- TURISMO SOSTENIBILE

  • Il tessuto turistico deve strettamente connettere la costa con il rispettivo entroterra, al fine di creare un sistema integrato unico. Le risorse presenti sono in grado di assicurare anche una ampia destagionalizzazione dei flussi, puntando su storia, religione, arte, cultura ed enogastronomia.
  • Potenziamento e sinergizzazione dei brand tematici. Elaborazione di una strategia di promozione unitaria verso le altre regioni italiane ed europee, creando una reale destinazione Marche, facendo confluire i fondi in tal senso. I portali esistenti vanno maggiormente integrati tra loro e connessi con le iniziative organizzate a vario titolo sul territorio; vanno coinvolte le agenzie turistiche e le associazioni di categoria per la promozione e fornitura di servizi; va migliorata l’interfaccia e la possibilità di creazione del percorso turistico personalizzato, compresa la possibilità di prenotazione ed acquisto biglietti per i musei. Turismo lento, creazione di circuiti tematici, albergo diffuso sono aspetti che devono caratterizzare l’intera offerta turistica. L’enogastronomia, collegata a agriturismi e bed & breakfast, va potenziata e controllata affinché eroghi servizi di qualità. Lotta all’abusivismo ricettivo che penalizza le attività regolari.
  • Valorizzazione rete piccoli borghi storici, siti archeologici, 100 teatri: I centri storici devono tornare ad essere il fulcro sociale ed economico del territorio limitrofo, e vanno adeguatamente ristrutturati in base ad un progetto strategico pensato a livello di bacino idrografico. Prodotti tipici locali ed artigianato artistico
  • trovano la propria ottimale collocazione all’interno della rete commerciale da potenziare nei piccoli borghi.
  • Valorizzazione delle aree ad elevato pregio naturalistico: La Regione deve creare una governance unitaria delle aree protette a vario titolo, migliorando la programmazione di settore, ancora disomogenea, e dedicando le risorse alla creazione e promozione di circuiti tematici regionali, facendovi convergere i fondi provenienti da differenti fonti. La biodiversità e l’accoglienza di qualità diffusa devono diventare una caratteristica delle nostre aree interne.
  • Favorire una tipologia di turismo esperienziale ed ecosostenibile che valorizzi e rispetti le piccole realtà storico-culturali presenti nella nostra regione, esaltandone le qualità ambientali.
  • Promozione della mobilità sostenibile nel turismo
  • Creazione di nuovi tragitti e percorsi turistici (ad es. mare –> montagna e montagna –> mare), diretti sia a un turismo più sportivo (mountain-bike- trekking con punti partenza presso le stazioni ferroviarie) che può attrarre una fascia importante di giovani stranieri, come anche per un turismo meno sportivo, passeggiate a piedi o a cavallo, con la creazione di punti di partenza dedicati e con il supporto di centri equestri, Punti di Sosta dove si potrà apprendere la storia dei luoghi limitrofi e degustare pietanze dell’enogastronomia locale.
  • Incentivi per il recupero mediante rinnovamento di strutture ricettive fatiscenti e/o necessarie di adeguamento a norme di legge, questi incentivi rivestono una particolare importanza nelle aree montane anche in virtù dello spopolamento subito negli anni, ciò anche a causa degli eventi sismici.
  • Introduzione di descrizioni multilingue dei luoghi di interesse turistico
  • Implementazione della piattaforma Marche Outdoor
SISMA

Oggi si respira ancora la drammaticità dei territori colpiti dal sisma del 2016.

È la struttura commissariale che si occupa della ricostruzione materiale, ma è compito della Regione occuparsi della ricostruzione sociale, il sisma del 2016 ha investito un’area molto vasta della Regione, già duramente provata dallo spopolamento.

Ripartire dalla ricostruzione dei borghi, legata ad una ripartenza sociale ed economica, le terre colpite dal sisma richiedono la normalità, che sia la quotidianità del proprio centro storico, del proprio bar, della propria scuola.

 

1- SEMPLIFICAZIONE – DEBUROCRATIZZAZIONE

  • Immediata riformulazione delle deliberazioni regionali riguardanti la destinazione dei fondi europei.
  • Partecipazione, trasparenza e pari opportunità sui futuri fondi europei e nazionali destinati alle Marche, per evitare che essi vengano utilizzati, come già successo in passato, per iniziative in zone non direttamente colpite dal terremoto. Riapertura del confronto con cittadini, associazioni ed enti locali per arrivare ad una programmazione dei fondi futuri condivisa e finalizzata allo sviluppo delle aree colpite dal sisma.
  • Istituzione di una commissione permanente in assemblea regionale composta da tecnici pubblici e privati in grado di semplificare e ridurre la mole di ordinanze oggi vigenti.
  • Digitalizzazione di tutti gli archivi dei rispettivi enti pubblici in maniera tale che se un ente è in possesso di un determinato documento comunichi con tutti gli altri quando necessario per averlo senza chiederlo al cittadino o al tecnico dello stesso.

 

2- USR

  • Creazione di linee guida uguali ed omogenee tra vari Uffici della Ricostruzione per la semplificazione delle procedure autorizzative.
  • Individuazione delle figure professionali migliori da inserire nei quadri dirigenziali deli USR.

 

3- NON SOLO RICOSTRUZIONE MATERIALE

  • Tutela dei diritti delle persone in condizione di fragilità.
  • Implementazione del piano regionale delle emergenze e maggiore coordinamento con i Centri Operativi Comunali.
  • Istituzione di una banca dati che permetta di integrare le microzonazioni sismiche di I e II livello con le indagini geognostiche (sondaggi, penetrometrie ecc.) eseguite dai privati in modo da ampliare la conoscenza geologica/sismica del territorio per la prevenzione dei rischi la pianificazione. È importante che questi dati siano pubblici, fruibili e geo referenziati.

 

Il PPAR piano che contiene delle linee di principio che poi si traducono concretamente sul loro territorio, da quanto stabilito nell’Accordo Stato/Regioni, viene quindi utilizzato dai Comuni, Sovrintendenza, Province, etc. Sarebbe fondamentale, soprattutto nelle zone terremotate un serio Piano Paesaggistico Ambientale Regionale da affiancare alla ricostruzione, tutto sarebbe molto più chiaro e non interpretabile. Le leggi speciali per la ricostruzione sono un rischio enorme per il territorio. In sostanza deroghe e poteri speciali senza linee guida serie ed aggiornate, rispettose dei nostri territori rurali ma anche dei centri abitati ricchi di storia e arte.

Andrebbe istituita una squadra permanente, che in momenti emergenziali, si occupi di gestire tutti gli ambiti senza che uno possa prevaricare gli altri in modo da rispettare e tutelare, persone, beni artistici, architettonici e monumentali.

Assurdo che in questo paese si debba lavorare sempre in emergenza nonostante si abbia perfetta conoscenza dei nostri territori a livello storico, geologico. La ricostruzione deve garantire edifici più sicuri ma anche più coerenti e armoniosi rispetto alla loro collocazione (Genius Loci). Quando si ristruttura o si costruiscono immobili nei centri storici non è sufficiente dare direttive sul colore delle facciate, ma in tutte le parti estetiche dei quartieri, nelle pavimentazioni storiche, illuminazione delle vie etc.

SANITÀ

La riorganizzazione della Sanità Regionale sarà conformata alla morfologia del territorio, in modo da garantire i tempi di accesso ai Servizi Sanitari uguali per tutti. Il MMG con l’Infermiere di Famiglia e gli altri Professionisti della Salute garantiranno un modello nuovo di intervento capillare, decentrato, che, con la Telemedicina porterà il Medico a casa del Paziente, al contrario di quello che accade oggi e che comporta grandi disagi ai cittadini, soprattutto agli anziani e a coloro che vivono nelle zone rurali della nostra Regione.

Attraverso la Cartella Clinica Digitalizzata, a disposizione di tutti gli Operatori Sanitari, saranno più appropriate ed immediate le diagnosi e le relative cure. Fin dove sarà possibile, il paziente potrà essere assistito, curato e monitorato a casa con il MMG sempre informato in tempo reale delle sue condizioni di salute. Il ricovero al PS avverrà solo nei casi veramente necessari, riducendo drasticamente il numero dei ricoveri impropri e gli accessi ai PS ed ai PPI che potranno svolgere la loro vera funzione di intervento specialistico di II livello.

La conseguenza immediata è un grande risparmio in termini economici, con una Sanità Pubblica che ritrova la sua funzione etica nel rapporto di cura con i cittadini che non saranno più costretti a rivolgersi ad una Sanità Privata che sulla cattiva gestione pubblica ha costruito il suo business.

Il Movimento 5 stelle sostiene servizi socio sanitari pubblici gratuiti ed universali.

 

1- PROGRAMMAZIONE OSPEDALI

  • Contrarietà al ricorso di strumenti finanziari tipo project financing e leasing per la realizzazione o ristrutturazione di strutture sanitarie pubbliche
  • Superamento dei limiti del DM 70/2015 “Balduzzi” al fine di liberare risorse per il territorio e di potenziare la prevenzione così come previsto negli ultimi accordi Stato-Regione, così da eliminare l’alibi fino ad ora utilizzato dalle precedenti amministrazioni per depotenziare la sanità pubblica in favore del privato
  • Revisione del Piano Socio Sanitario approvato di recente, e non applicato, per formalizzare la nostra posizione contraria in alcune aree vaste alla costruzione di ospedali unici la cui progettazione ha portato al depotenziamento di altri presidii, con la cessione di servizi al privato
  • Costituire una struttura unica che gestisca tutto il sistema dell’emergenza territoriale completando anche l’iter per la creazione della Centrale Unica del Numero Unico Emergenze
  • Mediante l’utilizzo del modello dell’infermiere di famiglia supportato dal MMG, ridurre gli accessi impropri al PS
  • Definire e monitorare le reti cliniche e i Percorsi Diagnostico Clinico Assistenziali (PDTA)

 

2- ASSISTENZA DISTRETTUALE

  • L’assistenza distrettuale si occupa della medicina del territorio: cure primarie, medico di famiglia/pediatra di libera scelta, invalidità civile, medicina legale, assistenza domiciliare integrata, RSA
  • Istituiremo il ruolo dell’Infermiere di Famiglia / di Comunità (previsto oltre 20 anni fa dall’OMS Europa documento “Salute 21” del 1998), responsabile delle cure domiciliari e consulente specialista-generalista, opportunamente formato ed in grado di agire soprattutto a livello preventivo attraverso la valutazione e la gestione integrata dei bisogni di salute di un gruppo di cittadini a lui assegnato, in stretta collaborazione con il MMG che insieme agli altri professionisti della salute, possono svolgere un nuovo approccio proattivo (medicina di iniziativa) con il supporto anche della telemedicina e del Fascicolo Sanitario Elettronico –FSE.

 

  • Potenziare l’Assistenza territoriale di prossimità, gli Infermieri e gli Studi dei medici di famiglia, con destinazione di risorse al potenziamento della telemedicina, della diagnostica e del servizio domiciliare (prestazioni sanitarie di medicina generale/esami clinici).
  • Intervenire sulla fortissima carenza di servizi territoriali (es. servizi consultoriali, offerta riabilitativa pubblica, odontoiatria pubblica).
  • Riprendere e completare il Piano Regionale Cronicità e il Piano Regionale Demenze

 

3- CORRETTA PROGRAMMAZIONE FABBISOGNO PROFESSIONISTI

  • Procedere ad una corretta programmazione delle assunzioni a tempo indeterminato sulla base dei fabbisogni del personale medico e sanitario, con selezione trasparente di personale e funzioni apicali con sostegno, potenziamento e riorganizzazione degli organici dedicati
  • Potenziamento personale tecnico per incremento produttività settore diagnostico al fine di abbattere le liste di attesa ed estendere l’operatività delle Diagnostiche H24 con l’obiettivo di raggiungere un servizio omogeneo su tutto il territorio regionale
  • Prevedere incentivi per il personale sanitario, premiando chi sceglie di associarsi e operare nelle aree a maggiore criticità, sull’esempio Decreto Calabria n. 35/2019
  • Promuovere e potenziare il ricorso alla Telemedicina.
  • Introduzione Cronic Care Model
  • Possibilità di espandere i posti letto in caso di epidemia. Possibilità di trasformare i posti di degenza in terapia intensiva mediante l’implementazione di reparti convertibili.
  • Revisione delle tariffe per le prestazioni ambulatoriali, di ricovero e di riabilitazione, che nelle Marche sono maggiori rispetto ad altre regioni. Per la quota delle prestazioni di riabilitazione, gli ultimi accordi sono relativi agli anni 2016/2018.
  • Monitorare i costi e la qualità dei servizi erogati da pubblico e privato
  • Verifica e rivalutazione della produzione di prestazioni da parte del privato contrattualizzato in armonia con quanto definito nelle Conferenze Stato-Regioni
  • Riorganizzazione della rete dei laboratori privati (definita con DGR 184/2017 “Schema di accordo per gli anni 2016/2018” ma non realizzata)
  • Intervenire sulla eccessiva spesa per i farmaci
  • Reintegro e potenziamento dei reparti degli ospedali esistenti, vedi pediatria e Punti nascita, in particolare per dare risposta alle patologie tempo dipendenti.
  • Potenziare i Pronto Soccorso e negli ospedali in cui non sono presenti, garantire almeno il PPI H24

 

4- PREVENZIONE

Bisogna investire adeguatamente in questo importante aspetto, con un sottofinanziamento della prevenzione in generale e dei SPSAL in particolare. La percentuale della spesa sanitaria regionale dedicata alla prevenzione è solo del 3,5% (terz’ultima Regione in Italia) e di questa solo l’8% è dedicato alla prevenzione nei luoghi di lavoro. Tale sottofinanziamento potrebbe essere collegato all’aumento degli infortuni, compresi quelli mortali.

 

5- LISTE D’ATTESA

Attualmente il CUP regionale presenta forti criticità: spesso la prestazione viene garantita anche molto lontano dal luogo di residenza del cittadino, che per vari motivi si trova costretto a rinunciare alla prestazione e rivolgersi al privato.

 

  • Garantire trasparenza e rapidità nella pubblicazione dei dati sui tempi d’attesa
  • Potenziare la rete dei punti di prenotazione per garantire un servizio capillare sul territorio

 

6- DISABILITA’ DELLO SPETTRO AUTISTICO

  • È una disabilità pervasiva permanente che colpisce l’1% della popolazione italiana 500.000 persone allo stato attuale ma peggiora le condizioni di vita a tutto il nucleo familiare.
  • Aggiornamento delle linee d’indirizzo da parte delle Regioni per il miglioramento e la qualità degli interventi assistenziali nei Disturbi dello Spettro Autistico
  • Creare un fondo Regionale specifico per il disturbo dello spettro autistico
  • Sviluppare centri autistici diurni con personale specializzato sia per adulti che per bambini in tutte le province della regione Marche
  • Realizzare una legge di tutela regionale con lo scopo di costituire dei “centri di vita permanenti” per tutti i soggetti con la sindrome dello spettro autistico che si ritroveranno sole nel futuro, in quanto non autosufficienti.
  • Aumentare e uniformare in tutta la Regione la durata dell’assistenza domiciliare oltre l’età dell’obbligo (16 anni) e le ore giornaliere, per evitare che le famiglie abbandonino il lavoro per mancanza di assistenza.
  • Sostegno psicologico continuo e gratuito a tutta la famiglia che a sua volta deve sostenere il disabile.
  • Diffondere la cultura della disabilità all’interno delle scuole tra studenti, insegnanti curriculari e personale ATA.

 

7- SALUTE MENTALE

il personale impiegato nei servizi di salute mentale è in diminuzione costante, la risposta erogata è prevalentemente di tipo residenziale e meno di tipo territoriale. i dati della SIEP (Società Italiana Epidemiologia Psichiatrica) ci dicono che il disagio mentale nelle Marche è aumentato, ma la risposta dei servizi è diminuita.

SOCIALE

La Regione Marche funziona secondo un modello social-programmatorio, centrato su un asse Comuni-Regione, in cui quest’ultima assume un ruolo forte di indirizzo e programmatorio, nonché di supporto all’azione dei Comuni Tale modello, seppur avvantaggia una collaborazione tra i due enti istituzionali, deve affrontare la difficile integrazione con la sanità. A differenza di Toscana ed Emilia Romagna, però. La nostra realtà ha applicato un modello più leggero, dotandosi di un sistema di interventi sociali costruiti dal basso, a partire dalle proposte dei comuni. Questo indubbiamente da un lato rende proattiva l’azione dei territori, ma manca di coordinamento ed equità di distribuzione delle risorse per il cittadino.

1- WELFARE TERRITORIALE PUBBLICO

La proposta più efficace, visti i tagli e le emergenze sopravvenute a destabilizzare tale modello di welfare, sarebbe un welfare territoriale pubblico integrato socio-sanitario che veda la partecipazione attiva della società civile, secondo una modalità di co-programmazione e co-progettazione in cui la Regione abbia un ruolo centrale di garante e coordinatore delle declinazioni nelle varie realtà territoriali.

  • Emergenza sociale: garantire la centralità del cittadino e l’equità sociale nell’ambito del processo di integrazione tra sistemi di welfare.
  • Contrasto spopolamento aree interne attraverso riequilibrio tra costa ed entroterra agendo su incentivi, servizi, viabilità ecc
  • Rete sociale operativa, non soltanto sulla carta, tra le realtà sociali, l’associazionismo, le associazioni di categoria e i servizi sanitari in un’ottica integrata
  • Revisione parametri e requisiti per l’accesso all’edilizia convenzionata. Aumento bandi, nuove modalità per i “senza tetto” utilizzando edifici o spazi di proprietà pubblica.
  • Progetti social-housing. anche per supporto delle coppie in fase di separazione per arginare le conflittualità che ne conseguono, spesso purtroppo a danno dei figli
  • Censimento, monitoraggio e verifica condizioni reali di tutti i dormitori pubblici e supporto alle amministrazioni comunali per la creazione di una rete con il personale volontario e professionale.
  • Potenziamento degli ATS, offrendo maggior snellimento dell’espletamento degli acta burocratici e assunzione diretta del personale, così da contrastare il turn over degli operatori, molto deleterio vista la delicata tematica trattata.
  • Formazione permanente degli operatori del servizio sociale professionale in forma integrata con il comparto sanitario (Consultori, UMEE, UMEA, DPTS, CIM etc.)
  • Tavolo di confronto tra i Tribunali e le Autorità giudiziarie in genere che si occupano di fragilità e tutela minori, i Comuni/ATS/ASP, la sanità e i vari ordini professionali coinvolti per la formulazione di linee guida formali rispetto agli interventi nei territori.
  • Prevenzione delle criticità psico sociali a cominciare dalle scuole. Supporto socio sanitario alle famiglie degli alunni.

2- FAMIGLIA

  • Riconoscimento ed effettivo rispetto del diritto alla bigenitorialità del minore
  • Supporto ai genitori lavoratori e riconoscimento del ruolo fondamentale della rete sociale e dei nonni o altri parenti. Realtà di quartiere come risorsa alla gestione della famiglia
  • Potenziare la rete sociale con le coppie o famiglie disponibili all’affido.

3- MINORI

  • Allontanamento del maltrattante e non delle vittime dal contesto domestico
  • Creazione di una rete operativa tra l’Ag e i gestori dell’area minori al fine di rimodulare e monitorare gli allontanamenti dei minori dalla famiglia d’origine
  • Potenziare i servizi sociali a supporto delle famiglie fragili sul territorio per contenere il più possibile gli allontanamenti dei minori e delle madri dal nucleo familiare, in funzione invece di un supporto e un recupero delle capacità genitoriali

Riqualificazione della figura dell’educatore professionale con la possibilità degli Enti pubblici di fare assunzioni dirette di personale qualificato.

4- ANZIANI

  • Istituire per i giovani impegnati nel servizio civile La figura di “assistente dell’anziano”. La solitudine è una emergenza sociale
  • Rivedere i criteri e i tetti dei posti letto nelle strutture protette
  • Co-housing sociale per le semi-autonomie con un operatore dedicato

5- ASILI NIDO E STRUTTURE SCOLASTICHE

Posizionamento telecamere di controllo.

6- CONTRASTO ALLE DIPENDENZE

Controllo sulla reale attuazione della normativa regionale e nazionale contro il gioco d’azzardo (ludopatia).

7- SOSTEGNO ALLE FASCE SVANTAGGIATE

  • Disabilità: adulti e minori: potenziare i servizi territoriali, in sinergia con la sanità, investire sui servizi scolastici e sui centri diurni per adulti. Potenziare e monitorare le strutture residenziali “dopo di noi” e per i minori creazione di centri diurni appositi
  • Riqualificare la figura dell’educatore professionale specializzato
  • Malati di Alzheimer: potenziamento dei servizi e riqualificazione dei centri diurni esistenti. Rete forte con le famiglie e le associazioni

8- SINERGIATRA CENTRI PER L’IMPIEGO E POLITICHE GIOVANILI

Indirizzamento fondi europei FSE verso politiche giovanili, in sinergia con Centri per l’Impiego e reddito di Cittadinanza.

9- CONTRASTO ALLA VIOLENZA DI GENERE

Rete sociale, co-housing, tirocini d’inclusione, supporto educativo domiciliare e non allontanamento dal domicilio.

10- PARI OPPORTUNITA’

Servizi per le famiglie, asili nido comunali, sostegno all’incremento delle nascite. Lotta alla discriminazione posto di lavoro.

11- DIRITTO ALLA CASA

Erap e co-housing sociale. Revisione parametri requisiti edilizia convenzionata.

ENERGIA

1- VERIFICA DEI PERCORSI AUTORIZZATIVI

  • Introdurre la Valutazione dell’indice EOREI e degli External Cost of Energy, da porre a carico dei soggetti proponenti nelle autorizzazioni ambientali al fine di permettere l’insediamento di impianti realmente utili alla collettività ed evitare l’insediamento di impianti speculativi.
  • Favorire risparmio energetico, anche fissando una classe energetica minima per le nuove abitazioni e favorire l’autoproduzione/autoconsumo energetico.
  • Maggior incentivi per il rinnovamento e la messa a norma di impianti di illuminazione pubblica con tecnologie che riducano i consumi.
  • Considerare il sole come fonte rinnovabile da prediligere evitando ulteriore consumo di suolo.
  • No alla realizzazione di rigassificatori on-shore / off- shore.
  • No alla realizzazione di stoccaggi CO2 on-shore/off-shore, in quanto con le nuove tecnologie da essa è possibile ricavarne energia elettrica pulita.
  • No alla realizzazione di stoccaggi gas in zone turistiche (costiere e non) e in vicinanza di zone abitate, anche e soprattutto alle zone a rischio sismico e idrogeologico e in zone particolarmente sensibili e di pregio.
  • Stop ad ulteriori impianti di produzione di energia da combustione,
  • Verifica della correttezza e della piena legittimità delle autorizzazioni agli impianti ad energie rinnovabili.

 

2- PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE

  • Attuazione della Legge Regionale n.28 del 23 luglio 2018 “Istituzione dell’Unità regionale per l’acquisto di energia elettrica e gas (URAE).”
  • Elaborazione di una Legge per istituire il “Reddito Energetico Regionale”
  • Valorizzazione della ricerca sulle nuove fonti rinnovabili, e sviluppo delle nuove Smart Grid.
  • Favorire l’installazione di pannelli fotovoltaici su strutture industriali, artigianali e commerciali, specialmente se abbinata alla bonifica e smaltimento di amianto
  • Favorire l’utilizzo dei sistemi di geotermia a bassa entalpia per la climatizzazione con particolare attenzione alle strutture pubbliche.
MOBILITÀ

Realizzazione di un Piano di Sviluppo su tutto il territorio regionale, per l’implementazione di azioni legate alle aree di intervento fondamentali seguenti:

– SICUREZZA: diffusione delle ZONE30, e aumento dei controlli elettronici di velocità

– QUALITA’ DELLO SPAZIO PUBBLICO: disincentivo all’utilizzo dell’auto privata, attraverso la riduzione degli spazi dedicati all’auto, a favore di Trasporto Pubblico Locale, valutando anche forme di uso gratuito delle navette di accesso ai centri storici, e tutte le forme di mobilità dolce incentivando e premiando tutti i Comuni che, indipendentemente dal numero di abitanti, dimostreranno di aver avviato attività programmatoria sulle azioni sopra descritte.

 

1- POLITICHE DI MOBILITA’ EXTRACOMUNALE

  • Incremento dell’insufficiente manutenzione eseguita sulle strade provinciali
  • Completamento della E78 Fano-Grosseto e della Pedemeontana Fabriano-Cagli, mediante l’apertura della galleria della Guinza, iniziando dal Lotto 10 S.Stefano di Gaifa – Bivio Borzaga con previsione di varianti e messa in sicurezza dei centri urbani attraversati.
  • Riattivazione della Ferrovia Fano-Urbino anche passando per un iniziale utilizzo turistico (è infatti inclusa nell’elenco della Legge 128/2017) per poi riutilizzarla a Trasporto Pubblico Locale.
  • Riapertura del tratto Ferroviario Pergola-Fabriano.
  • Collegamenti interregionali: sviluppare intese o veri e propri accordi tra regioni per collegare città di confine
  • Creazione di bypass strategici laddove ci sono comuni che hanno solo una strada di accesso così da superare eventuali eventi avversi
  • Accompagnare, attraverso finanziamenti ad hoc, la conversione dei mezzi pubblici più obsoleti ancora circolanti, in particolar modo nelle città dove è presente un maggior carico inquinante atmosferico secondo i rilevamenti ARPAM

 

2- PORTI

  • Efficientamento e riorganizzazione aree portuali.
  • Riorganizzazione raccolta rifiuti.
  • Sicurezza Navigazione e Attracco.
  • Uso di tecniche eco -sostenibili per i dragaggi.
  • Assicurare i fondi per il dragaggio dei porti.
  • Sostegno ai Comuni per l’esecuzione di una programmazione coordinata e di lungo periodo che assicuri la piena funzionalità portuale”. Occorre elaborare un Piano dei sedimenti (il Piano dei sedimenti interessa tutto il bacino idrografico del fiume, il suo alveo, la foce del fiume e infine spiagge e porti.

 

3- AEROPORTI

  • Rappresenta una delle infrastrutture di importanza strategica nel contesto specifico dell’economia marchigiana ed elementi cardini per lo sviluppo socio economico del territorio e la competitività del sistema produttivo della Regione.
  • Per perseguire questi obiettivi diventa indispensabile che le strutture esistenti siano accessibili e collegate
  • con tutto il territorio marchigiano. Nei prossimi anni Ancona avrà l’opportunità di consolidare il suo ruolo di principale porta italiana delle Marche e dell’Adriatico settentrionale e se cogliere o meno questa possibilità dipenderà solamente da come svilupperemo l’intermodalità in particolare tra porto ed aeroporto.

4- STAZIONE MARITTIMA

  • Alcuni anni fa è stata “smantellata” la linea ferroviaria ed annessa stazione marittima situata all’interno dello scalo portuale di Ancona che costituiva il collegamento intermodale in entrata ed uscita dal porto stesso. Utilizzata da utenti lavoratori in ambito portuale, pendolari, impiegati e lavoratori nel centro della città ma anche da turisti scesi dai traghetti e passeggeri giunti ad Ancona per imbarcarsi verso la Grecia e l’Albania. La mancanza di questo collegamento comporta l’utilizzo di numerosi automezzi che aumentano il tasso di inquinamento ed intasano le principali vie di accesso della città Capoluogo. Sarebbe opportuno ristabilire detto collegamento ripristinando la linea dei binari, magari apportando quelle modifiche che consentirebbero di far “convivere” il traffico dei camion che giornalmente devono imbarcarsi sui traghetti con i treni in percorrenza senza che essi si debbano incrociare. Interporto
  • Altro punto cardine per lo sviluppo intermodale e della logistica è la struttura dell’Interporto di Monsano che purtroppo non riesce ancora ad esprimere al meglio la sua funzione in termini di organizzazione dei flussi di merce in entrata ed in uscita.
  • Dopo una lunga trattativa sembrava essersi concluso l’accordo tra la struttura intermodale ed una società di logistica per la gestione dei piazzali per 100.000 metri quadrati da affidare in concessione anche in vista dell’arrivo di una nuova stazione ferroviaria che avrebbe completato l’ultimo miglio di rotaie e consentito alla struttura di lavorare come un vero interporto, a servizio di tutta la Regione ed anche degli operatori che hanno investito in questa zona. Nell’ultimo periodo sembra essersi arenata la trattativa anche in funzione del fatto che il bilancio della Società SVIM che amministra la struttura versa in ulteriore e ripetuto deficit segnando perdite che sembrano incontenibili.
SICUREZZA

1- POLIZIA LOCALE

  • Potenziamento, aggiornamento e svecchiamento dei mezzi e degli strumenti operativi in dotazione.
  • Potenziamento delle attività di formazione, aggiornamento e riqualificazione degli appartenenti ai servizi o ai corpi di Polizia Locale.
  • Miglioramento dell’accesso alle banche dati e agli archivi utili per l’operatività della Polizia Locale.
  • Incremento del grado di collaborazione e scambio di informazioni tra le diverse strutture di Polizia Locale.

2- PROTEZIONE CIVILE

  • Potenziamento, aggiornamento e svecchiamento delle dotazioni, delle strumentazioni e del parco auto.
  • Promozione del volontariato, del reclutamento e della formazione degli operatori.
  • Ottimizzazione del funzionamento del Centro funzionale per la meteorologia.
CONNETTIVITÀ
  • Accelerazione e completamento della realizzazione della copertura regionale della banda ultra-larga, con priorità per i distretti produttivi e le aree rurali ed interne
  • Favoriremo la trasparenza della Pubblica Amministrazione rendendo obbligatorio lo streaming durante tutte le sedute del Consiglio, le Commissioni e durante tutte le riunioni pubbliche della Regione. Gli appuntamenti streaming saranno tradotti in Lingua dei Segni Italiana da un interprete LIS, affinché anche i cittadini sordi segnanti possano essere informati.
  • Lotta al divario digitale (digital divide), cioè il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione e chi non lo ha, attraverso la diffusione della rete di programmi con licenza aperta, l’organizzazione di corsi di formazione e la promozione del telelavoro.

 

TUTELA DEGLI ANIMALI
  • Circhi: Proponiamo una Legge Regionale che disciplini l’attendamento nel territorio Regionale dei circhi e degli spettacoli viaggianti con animali al seguito finalizzata al rispetto delle norme in materia di benessere animale, sicurezza e salute pubblica, trasporto e detenzione degli animali in conformità al PARERE dell’Autorità Scientifica CITES del Ministero dell’Ambiente 10.05.2000 Criteri per il mantenimento di animali nei circhi e nelle mostre viaggianti.
  • Animali d’affezione: Contrasto e prevenzione del randagismo attraverso l’azione sinergica di tutti i soggetti preposti e mediante campagne di sterilizzazione, al fine di concretizzare una politica volta all’applicazione della normativa di x riferimento e dell’obiettivo “canili vuoti”.
  • Introdurre l’anagrafe felina regionale obbligatoria e una concreta politica di sterilizzazione delle colonie feline in tutta la Regione Introduzione del divieto di vendita ambulante di qualsiasi specie animale, sia selvatica che domestica e regolamentazione delle fiere espositive degli animali di affezione.
  • Istituire il SSVR (Servizio Sanitario Veterinario Regionale) che assicuri l’assistenza minima (cd LeaVet) agli animali dei proprietari meno abbienti, presso strutture pubbliche o private autorizzate, con agevolazioni per chi adotta animali nei canili: una legge che preveda “l’erogazione delle prestazioni veterinarie gratuite, compresa la microchippatura e la sterilizzazione” degli animali, per gli adottanti “in situazione di svantaggio economico” oppure disabili.
  • Inserire nelle disposizioni in materia di sanità e servizi sociali anche i cani e i gatti “impiegati negli interventi assistiti con animali, ossia quelli utilizzati per la “pet therapy”.
  • Introduzione del divieto d’accattonaggio con animali in tutto il territorio regionale.